Gli insetti della farina sono un problema assai antipatico, ma c’è una strategia per evitare di scoprire le farfalle nel pacco di pasta.
Succede a tutti. Si apre un pacco di pasta dimenticato in fondo alla dispensa, e tra le penne o gli spaghetti vengono fuori delle farfalline: sono gli insetti della farina. Organismi che si formano da uova già presenti nei cereali o che vengono introdotte da parassiti come le tignole e i sitofili. Ospiti sgraditi che proliferano in ambienti caldi e poco ventilati. Come un mobile basso e accostato al muro.
Questi antipatici insetti della farina sono quindi parassiti che prosperano fra i cereali. Le femmine depongono le uova direttamente all’interno dei chicchi o tra le pieghe della pasta. E le larve, una volta schiuse, si nutrono del prodotto stesso, scavando delle gallerie invisibili all’occhio umano. E poi arriva la metamorfosi: i piccoli diventano adulti pronti a riprodursi e a moltiplicarsi.
Ed è quasi impossibile evitare una contaminazione. Gli insetti arrivano dai campi e dai silos dove si archivia la farina durante il processo produttivo. L’unico modo per salvare la pasta è evitare che, durante la conservazione, le larve trovino condizioni ambientali sono favorevoli per riprodursi. Tali insetti non sono pericolosi per la salute, salvo in presenza di allergie. Ma la loro presenza non è mai un fatto gradevole…
Di base, perché compromettono la qualità e l’igiene degli alimenti. Ecco il motivo per cui, in presenza di una contaminazione, è meglio buttare tutto. Specie quando si parla di farina contaminata. Dove ci sono insetti potrebbero esserci anche altri microrganismi pericolosi, come muffe e micotossine.
L’unico modo per evitare infestazioni è rispettare la data di scadenza e conservare la pasta evitando luoghi umidi e poco ventilati. Laddove il pacco sia stato già aperto, la contaminazione è più probabile. Quindi occorre conservare l’alimento in un contenitore ermetico di vetro o di plastica. Serve anche mantenere la dispensa fresca, asciutta e ventilata. Inoltre, può essere utile adoperare oli essenziali, spezie o bucce di agrumi per rendere l’ambiente poco gradito agli insetti.
Ma la regola d’oro è un’altra: bisogna evitare l’accumulo eccessivo di cibo. Gli insetti della pasta si sviluppano col tempo, e avere in dispensa venti, trenta pacchi di pasta significa perderne il controllo. Dunque sarebbe bene studiare bene tutte le date di scadenza e analizzare lo spazio di archiviazione per capire se ci sono dei segni di infestazione.
Ci sono infatti alcuni modi per riconoscere subito un’infestazione. Guardando la pasta, bisognerebbe individuare la presenza di filamenti simili a ragnatele, e poi delle larve biancastre o marroni. Meglio buttare tutto anche quando si sente l’odore di muffa. L’altro segnale chiaro di infestazione è la presenza di piccoli fori nelle confezioni. Se la dispensa è stata già contaminata bisogna pulire tutto con acqua e aceto. E mettere in giro qualche foglia di alloro o una scorza d’arancia per tenere lontani i parassiti.
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